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Val Venosta, vacanze nella valle del sole

22 Dic

Illuminata dal sole per 300 giorni all’anno, la Val Venosta regala scenari suggestivi anche in inverno. Quando le vette innevate, che arrivano fino a 4000 metri di altitudine – come il famoso Ortles, la montagna più alta dell’Alto Adige – brillano nel cielo azzurro intenso dominando, le terre a valle, dal Passo di Resia fino alle porte di Merano. Il clima perfetto per un’area montana che regala occasioni di divertimento e relax per tutti.
Gli sportivi possono sciare sulle piste della Skiarena Val Venosta scegliendo tra cinque comprensori sciistici con un solo skipass per un totale di oltre 130 chilometri di piste.

Prima fra tutte l’area sciistica sul ghiacciaio di Solda, la prima a inaugurare la stagione sulla neve grazie alla sua altitudine, tra i 1.900 metri ai 3.250 metri, con oltre 40 km di piste per sciatori e non solo. Circondati dalle tre maggiori vette – Ortles, Zebrù e Gran Zebrù – Solda è, infatti, anche rinomata per diverse specialità, come il fuori pista, lo sci estremo, il telemark e il freeride. A Malga San Valentino, a 2.700 metri di altitudine, si può percorrere, invece, la discesa più lunga della Val Venosta di ben 3 chilometri. Il comprensorio offre in tutto oltre 20 km di piste di diverso livello di difficoltà, per sciatori esperti oppure alle prime armi. Per gi amanti di attività adrenaliniche, qui si trova il famoso Bagjump che, dopo l’emozione di lanciarsi nel vuoto, si atterra su un morbidissimo gonfiabile.

Prima fra tutte l’area sciistica sul ghiacciaio di Solda, la prima a inaugurare la stagione sulla neve grazie alla sua altitudine, tra i 1.900 metri ai 3.250 metri, con oltre 40 km di piste per sciatori e non solo. Circondati dalle tre maggiori vette – Ortles, Zebrù e Gran Zebrù – Solda è, infatti, anche rinomata per diverse specialità, come il fuori pista, lo sci estremo, il telemark e il freeride. A Malga San Valentino, a 2.700 metri di altitudine, si può percorrere, invece, la discesa più lunga della Val Venosta di ben 3 chilometri. Il comprensorio offre in tutto oltre 20 km di piste di diverso livello di difficoltà, per sciatori esperti oppure alle prime armi. Per gi amanti di attività adrenaliniche, qui si trova il famoso Bagjump che, dopo l’emozione di lanciarsi nel vuoto, si atterra su un morbidissimo gonfiabile.

fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/viaggi/2016-12-20/val-venosta-vacanze-valle-sole-153000.shtml?uuid=ADKZzLHC

2 August, 2012 07:18

2 Ago

fonte: http://www.ansa.it

Mare

12 Lug

(ANSA) – IMPERIA, 23 GIU – Se la Goletta Verde di Lega Ambiente quest’anno nel suo viaggio a protezione dell’ecosistema marino ha deciso di partire da Imperia e’ stato perche’ tra le bandiere nere assegnate ai ‘pirati del mare’ 2012 ha voluto inserire anche quella all’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagiorne, imputato, assieme ad altre nove persone, nel processo per la costruzione del maxi approdo turistico di Imperia. ”L’imprenditore – ha scritto Goletta Verde nelle sue motivazioni – e’ a capo di un impero nel mondo delle costruzioni e coinvolto nei progetti dei porti turistici a maggior impatto ambientale, da Imperia a Siracusa”. ”Non e’ un caso che il viaggio di Goletta Verde inizi proprio da Imperia – ha spiegato oggi in una conferenza stampa 010;il presidente ligure di Legambiente, Santo Grammatico. – Negli ultimi anni la provincia ligure si e’ contraddistinta per cemento, concessioni demaniali sospette, depurazione zero e scarsa trasparenza”. ”La provincia di Imperia ha puntato all’ equazione porti-cemento – ha aggiunto -: un approdo ogni 5 chilometri di costa. Quando tutte le opere saranno finite si avranno 6 mila posti barca. Uno sproposito. E’ questo modello di sviluppo che contestiamo con la nostra bandiera nera”.(ANSA). fonte: http://www.ansa.it

In Italia metà dei giovani è precario

15 Set

In Italia, il 46,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni che lavorano ha un impiego temporaneo. Lo riporta l’Ocse nel suo Employment Outlook, basato su dati di fine 2010.

La percentuale dei giovani precari in Italia, sempre secondo i dati Ocse, è in costante aumento dall’inizio della crisi: 42,3% nel 2007, 43,3% nel 2008 e 44,4% nel 2009. Il balzo avanti è ancora più rilevante rispetto al dato del 1994, quando la percentuale di under 25 italiani con un impiego temporaneo era del 16,7%.

Un giovane su 8 fuori da scuola e lavoro
Un giovane su 8 tra i 15 e 24 anni nell’area Ocse, il 12,6% non vanno a scuola nè lavorano (i cosiddetti ’Neet’). Lo ha affermato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, durante la presentazione dell’Employment outlook. Gurria ha poi sottolineato che la cifra, oltre ad essere elevata, «sta aumentando, stiamo andando nella direzione sbagliata». La questione deve quindi passare «in testa all’agenda politica», perchè «bisogna recuperare questi giovani», dato che «i Neet corrono un rischio superiore di marginalizzazione durevole nel mondo del lavoro e di povertà». «Affrontare l’ampio costo umano della disoccupazione, soprattuto per quello che non riescono a ed entrare con una posizione stabile nel mondo del lavoro, dev’essere una priorità», ha aggiunto, sottolineando in particolare l’importanza di «raggiungere una migliore corrispondenza tra le competenze che i giovani acquisiscono a scuola e quelle necessarie ne mondo del lavoro».

Il salario medio è tra i più bassi in Europa
Il salario medio in Italia nel 2010 è stato di 36.773 dollari (a tasso di cambio corrente), contro una media dell’Ue a 21 di 41.100 dollari e dell’Eurozona a 15 di 44.904 dollari. Lo riferisce l’Ocse nel suo Employment Outlook. Il salario medio italiano è superiore a quelli di Spagna (35.031), Grecia (29.058) e Portogallo (22.003), ma inferiore a Francia (46.365 dollari), Germania (43.352) e Gran Bretagna (47.645). La palma del salario medio più elevato per il 2010 va alla Svizzera, con 80.153 dollari.

fonte: www.lastampa.it

 

Calvizie, speranze per la cura tutto dipende dalle staminali “dormienti”

10 Gen

Uno studio sul Journal of Clinical Investigation svela il segreto dell’alopecia androgenetica, la forma più comune di perdita dei capelli. Dipende da un problema di attivazione delle cellule staminali presenti nei follicoli piliferi che, restando “spente”, non riescono a fabbricare il capello

Svelato il segreto della calvizie. La colpa sarebbe tutta di un difetto nel funzionamento delle cellule del follicolo pilifero. In particolare, secondo uno studio americano pubblicato sul Journal of Clinical Investigation 1, in chi è affetto da alopecia androgenetica, ossia dalla forma più diffusa di calvizie, le cellule staminali dei follicoli sparsi sul capo,  invece che essere operative, sono come spente, “addormentate”. Secondo i ricercatori dell’Università della Pennsylvania di Philadelphia, non è una questione di numeri, ma di attività: all’interno dei  follicoli “inattivi” le cellule staminali non riescono a trasformarsi in cellule più mature, le cosiddette progenitrici.
 
George Cotsarelis e colleghi per arrivare a queste conclusioni hanno analizzato i campioni di cuoio capelluto calvo e non calvo estratto da 54 uomini tra i 40 e 65 anni. Dal confronto è emerso che le cellule progenitrici sono risultate nettamente impoverite nei follicoli del cuoio capelluto calvo rispetto ai campioni di tessuto non calvo. I ricercatori hanno concluso che la calvizie deriva quindi da un problema a livello di attivazione delle cellule staminali, piuttosto che dal numero di staminali presenti nei follicoli.

“Con nostra sorpresa – dice Cotsarelis – abbiamo capito che il numero di cellule staminali è lo stesso sia nel cuoio capelluto calvo che in altre zone, ma c’è invece una differenza nella consistenza di

un tipo specifico di cellule, le progenitrici. Ciò vuol dire che esiste un problema di attivazione a livello di cellule staminali, quando si deve avviare la conversione in progenitrici nel cuoio capelluto calvo. Tuttavia, il fatto che ci sia un numero normale di cellule staminali anche nel cuoio capelluto calvo ci dà speranza che sia possibile ‘riattivarle’ e individuare nuovi trattamenti contro l’alopecia“.

Cotsarelis già in passato ha pubblicato sulla rivista americana Nature Biotechnology un lavoro in cui dimostrava che le cellule staminali sono un potenziale antidoto alle calvizie. Il ricercatore le aveva trapiantate nei topi e su questi il pelo era ricresciuto folto. L’idea quindi, secondo lo studioso, potrebbe essere di trovare composti che risveglino l’attività delle staminali, da usare per creare lozioni anticaduta. Solo in Italia la calvizie riguarda undici milioni di persone, principalmente maschi. Nel 10% dei casi è precoce e arriva già a vent’anni, ma generalmente colpisce a partire dai quaranta anni

fonte: www.repubblica.it

Come Perdere Peso

8 Gen

Spesso perdere peso attraverso una dieta e diventare piu sani piu belli specifica a seconda dei casi è considerato un grande sacrificio, una restrizione, e non viene concepito come pretesto per preservare la propria salute e il proprio benessere fisico: il rischio che si incorre quando non si segue una alimentazione sana è quello di incappare in malattie cardiovascolari, diabete, obesità, osteoporosi, calcolosi renale e biliari e via dicendo. Dunque se da una parte è comprensibile che una dieta possa apparire monotona e poco stimolante, dall’altra in alcuni casi essa risulta doverosa; e poi non bisogna dimenticare che l’uomo può disporre di una alimentazione più varia di quanto si possa pensare grazie ai numerosi prodotti offerti dalla terra e dagli animali. Purtroppo oggi giorno manca la consapevolezza di cosa si stia mangiando, presi come siamo, il più delle volte, dai ritmi frenetici della vita quotidiana: non tutti sono capaci di riconoscere il bisogno reale del proprio corpo, finendo per passare da una dieta all’altra senza sapere come ci si sta nutrendo. La prima cosa da fare è pertanto quella di venire a conoscenza dei principi alimentari (glucidi, proteine, lipidi, vitamine, acqua ed elementi minerali), delle proprietà energetiche e dei meccanismi con cui il nostro corpo regola il peso di ciascuno di noi. Se ogni singolo alimento verrà usato correttamente ne verrà fuori una vita vissuta in salute. Per perdere peso è necessario non solo regolare la propria alimentazione (onde evitare anche l’obesità, che non costituisce più un difetto fisico ma una malattia a tutti gli effetti che può causare altre patologie) ma anche la propria attività fisica con esercizi specifici che ci consentono di smaltire l’apporto calorico.

fonte: http://www.perderepeso.it/

Salute: due chili da smaltire dopo feste

3 Gen

Coldiretti,mangiati 100 milioni di chili tra panettoni e pandori

Un aumento di peso fino a due chili e’ l’effetto indesiderato delle feste, dove, tra banchetti vari, sono state assunte in media 15mila-20mila chilocalorie in piu’. E’ quanto stima Coldiretti. Da smaltire ci sono quasi cento milioni di chili tra pandori e panettoni, ottanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 5 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci per un valore complessivo attorno ai cinque miliardi di euro

fonte: http://www.ansa.it

Capodanno: Parigi cenoni a rischio flop

30 Dic

 Solo 48,2% dei posti gia’ prenotati. Gia’ pieni ristoranti lusso

A tre giorni dal Capodanno, le prenotazioni per il cenone si fanno attendere nei ristoranti di Parigi. Secondo Lafourchette.com solo il 48,2% dei posti a tavola nei locali parigini sono stati prenotati. Quest’anno c’e’ anche la preoccupazione neve. I ristoranti di lusso sono gia’ pieni. E’ il caso dell’Espadon dell’hotel Ritz dove la cena, bevande comprese, e’ proposta a 2.010 euro. Niente a che vedere con il menu’ a meno di 100 euro in media, proposto dalla maggior parte dei locali.

fonte: www.ansa.it

Carta Iban al posto del conto corrente

26 Dic

Se avete intenzione di aprire un conto corrente per fruire dei servizi bancari di base, forse è meglio pensarci un attimo e farsi quattro conti. Innanzi tutto, per quasi tutti i conti correnti l’imposta di bollo, dovuta per Legge, è a carico del correntista, ed è pari attualmente a 34,20 euro l’anno; il prelievo dell’imposta è trimestrale e pari a 8,55 euro. Quindi, anche se il conto corrente è a canone zero, e non si generano altre spese legate alle operazioni effettuate, comunque il conto costa 34,20 euro l’anno. Se il conto corrente vi serve solo per domiciliare le bollette, ricaricare il cellulare, fare e ricevere bonifici, allora è meglio sottoscrivere una carta Iban che di norma ha un canone fisso pari ad appena un euro al mese con tante operazioni e servizi inclusi senza costi, oneri e spese aggiuntive.

Ad esempio, Unicredit propone la carta Iban “Genius Card“, mentre CheBanca! ha il “Conto Tascabile“; ma c’è anche la “Superflash” di Intesa Sanpaolo e la carta Iban “KDue” del Banco Popolare. Una di queste, in base al tipo di operatività, potrebbe fare al caso vostro.

fonte:http://oknotizie.virgilio.it/categoria/economia

Lavoro, un 2011 difficile per l’occupazione

21 Dic

La ripresa prevista solo a partire dal 2012. Intanto cresce il numero dei giovani che né studiano né lavorano

Il cosiddetto job gap, ovvero la lacuna nel mercato del lavoro, ci accompagnerà per tutto il prossimo anno. Come riporta il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, “secondo le ultime rilevazioni del Centro studi di Confindustria nel 2011 l’occupazione rimarrà pressoché immobile (+0,1%), dopo il forte calo registrato nel 2010 (-1,7%, dopo il -2,6% del 2009) e riprenderà a salire solo nel 2012 (+0,9%). Il tasso di disoccupazione invece continuerà ad aumentare tra il plotone sempre più consistente di chi cerca un impiego: solo dopo aver toccato l’apice (9%) nel quarto trimestre, inizierà a scendere molto gradualmente nel corso del 2012″. Queste sono notizie sconfortanti per il nostro Paese, perché a questi ritmi recupererà il livello pre-recessione solo nel secondo trimestre del 2015. Dall’inizio del 2010 il nostro Paese ha bruciato 600mila posti di lavoro e per l’anno prossimo il job gap sarà di 440mila. Serve, in queste condizioni una politica, ferma, in grado di dare una scossa al sistema produttivo. Perché gli alti tassi di disoccupazione portano non solo da intollerabili disagi sociali, ma anche a una ripresa asfittica. Esistono soluzioni? L’Italia ha un problema, quello del debito pubblico. Ciò significa muoversi con estrema cautela e avere margini ristretti. Per il giuslavorista Michele Martone “bisogna trovare un punto di equilibrio tra rigore dei conti pubblici e consenso sociale… è necessario incentivare fiscalmente le imprese avviate dai giovani, tagliare il più possibile la burocrazia e proseguire sulla strada della detassazione dei premi di produttività”. Altra soluzione passa per la riduzione del cuneo contributivo e fiscale per agevolare le assunzioni nelle imprese. Purtroppo senza riforme, senza il recupero di risorse finanziarie diventa difficile percorrerla. Eppure non c’è tanto tempo. Il Paese non può permettersi di perdere il treno della ripresa internazionale, pena un declino senza via di ritorno. Rischio declino confermato dal primo rapporto sulla coesione sociale dell’Istat: più di un giovane su cinque in Italia fra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora. Nel 2009, secondo l’istituto di statistica, i giovani cosiddetti “neet” (not in education, employment or training) sono oltre 2 milioni, il 21,2% della popolazione italiana e arrivano al 26,3% nella fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni contro il 18,3% di quelli tra i 15 e i 24 anni. In particolare, i giovani maschi tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano sono il 18,2% mentre le femmine sono il 24,4%. I giovani neet sono concentrati soprattutto nel Mezzogiorno: il 30,3% contro il 16,1 del Centro e il 14,5% del Nord (13,2% del Nord-est e 15,4% del Nord-Ovest).

FONTE: http://lavoro.economia.virgilio.it/editoriali/lavoro-2011-occupazione.html