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Prezzo del metano alle stelle, sarà stangata d’autunno sulle bollette

13 Set

Rincari record del gas con il metano che al borsino italiano Psv (Punto di scambio virtuale) ha toccato i 45-46 euro per mille chilowattora, ossia valori più che raddoppiati rispetto ai 20 euro a cui viaggiava in primavera. Il boom del prezzo del metano sta riguardando tutta l’Europa complice la crescita della domanda energetica in Asia che ha spinto molte navi metaniere a spostarsi dal Vecchio continente verso i mercati orientali. IN aggiunta le ultime settimane hanno visto la riduzione dell’estrazione di metano dai giacimenti siberiani di Novi Urengoi complice un grave incidente.

L’effetto metano andrà inevitabilmente a riflettersi anche sulle bollette della luce (ieri la Borsa elettrica ha toccato il prezzo di 140 euro per mille chilowattora). Come ricorda oggi Il Sole 24 Ore, il 1° ottobre l’autorità dell’energia Arera aggiornerà le tariffe dell’elettricità e il caro-metano andrà a riflettersi sulle bollette (ad esclusione di chi ha optato per contratti a prezzo fisso sul mercato libero).

Il quotidiano di Confindustria rimarca come ormai la maggior parte delle centrali termoelettriche usano metano (secondo i dati del Psv il 16 agosto la Snam Rete Gas ha consegnato 103,2 milioni di metri cubi e più della metà è andata alle centrali elettriche).

https://www.finanza.com/Finanza/Notizie_Italia/Italia/notizia/Prezzo_del_metano_alle_stelle_sara_stangata_d_autunno_sulle-536351

Statali, addio smart working? Il “piano” di Brunetta per tornare in ufficio

27 Ago

Meno smart working,  sempre più lavoro in presenza. E lavoratori della Pubblica Amministrazione avvisati:  si tornerà a lavorare in ufficio per garantire prestazioni efficienti in grado di guidare il cambio di passo al quale è chiamato il Paese. A fissare perimetro e obiettivi, il Ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, nei giorni scorsi a Brindisi con Forza Italia Puglia.

Statali, si torna in ufficio

Lo smart working – ha spiegato Brunetta – è stata una grande innovazione organizzativa del lavoro durante la pandemia, ma adesso il Paese sta crescendo al 6% e il 6% è boom economico“. Questo boom, secondo Brunetta, è legato anche al superbonus 110% “ed è in corso un boom di domande, ma chi lavorerà quelle domande? Lo faranno i lavoratori bravissimi da remoto? No, perchè ci vuole il front office e il back office dentro la casa comunale.

Ripresa della scuola e “subito dopo lavoro in presenza, soprattutto per la Pubblica amministrazione” con un “ritorno alla normalità”, a partire dalla fine di settembre. https://w.theoutplay.com/5.0.177/frame.html

Del resto, anche un recente studio ( e la notizia non deve essere sfuggita al Ministro) rileva che un ritorno in presenza potrebbe valere il 2 per cento di PIL. Non male per l’Italia che quest’anno si appresta a centrare una crescita del 5,6% e oltre, numeri che ci riportano indietro nel tempo, agli anni 70, incoronandoci  locomotiva d’ Europa. 

Smart working, verso il modello “misto”

Anche le aziende private, intanto pianificano il rientro dopo con la fine del periodo estivo ma sono tanti i nodi da sciogliere. Si va verso il modello misto, ossia il mix tra giorni di lavoro in ufficio, dunque in presenza e giorni di lavoro agile. Quanti? Come? E soprattutto con quali tutele per i lavoratori in smart working?

Dal diritto alla disconnessione alle nuove tutele, il perimetro è ancora troppo sfumato anche a questo servirà il tavolo previsto a giorni tra Ministro del lavoro Orlando e parti sociali, che dovranno fissare, una volta per tutte, i paletti con maggior chiarezza.

fonte:https://quifinanza.it/lavoro/statali-addio-smart-working-il-piano-di-brunetta-per-tornare-in-ufficio/521543/

Green pass e vaccino, obbligo e estensione: quali categorie coinvolte

24 Ago

Potrebbe molto presto essere realtà: obbligo di green pass per Pubblica amministrazione, ma non solo, “per garantire la continuità dei servizi”. A chiederlo a gran voce il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

Obbligo green pass per i dipendenti della Pubblica amministrazione

“Il green pass deve essere assolutamente esteso, per far tornare il nostro Paese alla normalità. Non è più accettabile che cittadini che hanno bisogno di una carta d’identità in un Comune o aziende che hanno bisogno di una certificazione debbano sentirsi rispondere dalle pubbliche amministrazioni con appuntamenti a distanza di settimane o mesi” ha detto all’Adnkronos Salute.

Costa spiega che lo smart working è stato “utile” perché nel momento più complicato della pandemia “ci ha consentito di gestire il Paese”, ma oggi “io dico più green pass, meno smart-working (qui tutti i modi per ottenere il green pass e tutti i casi in cui al momento è obbligatorio).

Come aveva già fatto intendere, non senza polemiche, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta nei mesi scorsi, l’idea di fondo è che anche il pubblico impiego deve tornare a lavorare in presenza perché “se vogliamo tornare a un Paese normale e a una ripresa del nostro Paese, questa deve passare anche dalla riapertura dei nostri uffici pubblici e dei nostri servizi ai cittadini: in alcuni casi si tratta di garantire non solo dei servizi, ma dei diritti”.

L’obbligo di Certificazione verde potrebbe riguardare dunque i dipendenti pubblici, ma anche altre categorie secondo Costa e una folta frangia della maggioranza. C’è una “certa sensibilità” a fare delle riflessioni e a prevedere degli ampliamenti, spiega Costa, perché nel momento in cui è stato “sdoganato” come criterio di garanzia di sicurezza e di tracciabilità potrebbe essere esteso ad altre categorie.

Vaccino obbligatorio a scuola

La partenza in questo senso con il personale scolastico incarna perfettamente questa filosofia, perché “è il primo appuntamento e a metà settembre, non possiamo permetterci di fallire l’inizio della scuola in presenza”. Avanza sempre più forte anche l’idea dell’obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi vuole fornire alle scuole una lista del personale provvisto di green pass per rendere ai presidi più veloci le verifiche e i controlli, e permettere di concentrare i controlli solo su quella parte di personale che ha un certificato verde breve da rinnovare ogni 48 ore tramite tampone.

Intanto, Tito Boeri e Roberto Perotti chiedono di introdurre l’obbligo vaccinale a scuola e nelle università: “La vaccinazione obbligatoria ridurrebbe il rischio di nuove chiusure, che avrebbero effetti devastanti su una generazione di studenti già provata”.

D’altronde I risultati delle prove Invalsi documentano che non solo c’è stato un peggioramento generalizzato nei livelli di istruzione nelle scuole coinvolte dalla Dad (medie inferiori e superiori), spiegano i due esperti, ma soprattutto che i ritardi di apprendimento cumulati nell’anno scolastico sono stati fino a due volte più forti per gli studenti provenienti da contesti socioeconomici e culturali più sfavorevoli. “Di fronte a questi numeri, non si può più indugiare sulla vaccinazione obbligatoria anche nelle scuole”.

Obbligo green pass per altre categorie: l’elenco

Ma poi ci sono anche “altri obiettivi”. Ci sono alcune categorie per le quali secondo il sottosegretario Costa l’estensione dell’obbligatorietà del green pass diventa un elemento di garanzia “per far sì che il nostro Paese continui in questo percorso di graduale ritorno alla normalità. Non possiamo permetterci di fare passi indietro”.

E dunque, il certificato verde Covid dovrebbe essere obbligatorio anche per:

  • dipendenti pubblici
  • dipendenti del trasporto pubblico
  • operatori dei supermercati
  • tutti coloro che svolgono servizi essenziali.

Anche la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie Maria Stella Gelmini rafforza l’orientamento del governo, definendo non certo un’”eresia” l’obbligo vaccinale e spiegando, in un’intervista al Corriere della Sera, che l’utilizzo del green pass può essere esteso.

Obbligo green pass nelle aziende

Anche Confindustria spinge per estendere il green pass obbligatorio: passaporto verde non solo per accedere alle mense aziendali, ma anche a tutti i luoghi di lavoro. Con un appello del presidente Carlo Bonomi a non perdere tempo perché si può introdurre subito, modificando i Protocolli di sicurezza già presenti nelle aziende, perché “non si può aspettare una legge” dice.

Ipotesi che sembra piacere anche ai sindacati. La Cisl tuttavia avverte che “bisogna evitare che i luoghi di lavoro diventino un campo di battaglia. Il green pass è sicuramente uno strumento utile. Ma non si possono fissare regole in modo unilaterale senza alcun confronto”. Per questo l’unica strada per uscire dall’emergenza è “l’obbligo del vaccino”.

Anche il segretario della Cgil Maurizio Landini spinge: “Il green pass non può diventare uno strumento che divide e discrimina. Se il governo ritiene che il vaccino debba essere obbligatorio per tutti, proponga subito al Parlamento una legge”.

Le vaccinazioni hanno subito un contraccolpo, ma “è ancora presto per fare un bilancio” spiega Gelmini, “perché i dati sono condizionati dall’effetto generale agosto”, ma del resto era “prevedibile” un rallentamento di queste ultime settimane nella campagna di vaccinazione.

Green pass, ipotesi estensione: ecco per quanto

Saranno decisivi i dati dei prossimi 15 giorni. Intanto la validità del green pass potrebbe essere estesa da 9 mesi a 1 anno. A decidere di fatto sarà il Comitato Tecnico Scientifico, che dovrà esprimere la sua posizione auspicabilmente entro ottobre, cioè quando scadranno le prime certificazioni di chi si è vaccinato all’inizio della campagna vaccinale.

La validità del green pass è stata già allungata: all’inizio era di 6 mesi. Ma probabilmente sarà necessario allungarla ancora.

Il problema della durata del green pass riguarda anche i sanitari. Il presidente della Fnomceo, Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, ha chiesto al governo di intervenire: “Capisco che si voglia procedere passo passo, ma mi aspetto il via libera. Tra l’altro il Cts ha detto che le terze dosi vanno fatte in primis alle persone con problemi immunitari”.

Resta il fatto che, prima della terza dose di vaccino anti-Covid, tra esperti e esponenti delle istituzioni sembra evidente che è necessario prima convincere di immunizzare i 4 milioni di over 50 che ancora non hanno ricevuto nemmeno una dose.

fonte:https://quifinanza.it/info-utili/video/green-pass-vaccino-obbligo-estensione/520632/

Bonus bancomat: come funziona, a chi spetta e quanto

19 Ago

Addio Cashback, arriva il bonus bancomat”. In molti avrete letto in questi giorni una notizia relativa a questo bonus bancomat, che prenderebbe in qualche modo il posto del Cashback di Stato, introdotto dal governo Conte e poi eliminato da Draghi, la cui seconda tranche è in pagamento proprio in questi giorni (qui vi spieghiamo cosa fare se non avete ancora ricevuto il bonifico sul vostro conto corrente).

Ma vediamo di fare chiarezza e spiegare bene cos’è e come funziona.

Indice

Bonus bancomat: il piano di Draghi contro l’evasione fiscale

Obiettivo del governo Draghi è favorire, com’è stato per l’esecutivo precedente, l’utilizzo di metodi di pagamento elettronici, come carte di credito e bancomat, per ridurre la circolazione di contante e dunque contrastare l’evasione fiscale.

In queste settimane il premier e la sua squadra sono al lavoro su nuove misure per la lotta all’evasione e la riduzione della perdita di gettito, il cosiddetto tax gap, cioè il divario tra le imposte incassate e quelle che invece sarebbero incassate in un regime di totale rispetto della legge e degli adempimenti fiscali.

L’esecutivo mira a risanare il divario, anche attraverso i fondi che arriveranno all’Italia grazie al Recovery plan. La road map di Palazzo Chigi prevede una vera e propria riforma fiscale legata al Pnrr, che avrà come fondamenta la lotta agli evasori.

Il divario dovrà essere diminuito entro il 2023 del 5% rispetto al dato del 2019, e nel 2024 del 15%. Una cifra che tra tre anni raggiungerà dunque i 12 miliardi di euro, vista a ribasso perché non tiene conto di alcune imposte (ne parliamo approfonditamente qui).

Bonus bancomat: cos’è e come funziona

Per quanto riguarda il bonus bancomat, iniziamo subito col dire che non si tratta, in realtà, di due bonus realmente confrontabili, perché mentre il Cashback si rivolgeva a tutti, il bonus bancomat, o POS, si rivolge invece solo ai rivenditori. Ma vediamo di spiegare bene di cosa si tratta.

La legge 23 luglio 2021, n. 106 ha modificato l’articolo 22 e introdotto l’articolo 22-bis al decreto-legge 26 ottobre 2019, prevedendo due cose:

  • un aumento del credito d’imposta sulle commissioni
  • un nuovo bonus POS, fino a 160 euro o 320.

Il primo aspetto riguarda l’aumento al 100% del credito d’imposta riconosciuto agli esercenti attività di impresa, arte o professione, che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti di consumatori finali e che adottino strumenti di pagamento elettronico.

In pratica, viene portato dal 30% al 100% il credito d’imposta riconosciuto agli esercenti per le commissioni addebitate in caso di pagamento con bancomat, carte di credito, prepagate e altri strumenti di pagamento tracciabili.

Il secondo aspetto riguarda il riconoscimento di un credito d’imposta agli esercenti attività di impresa, arte o professione che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti di consumatori finali e che, tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022, acquistano, noleggiano o utilizzano POS, cioè strumenti che consentono forme di pagamento elettronico collegati agli strumenti di pagamento evoluto.

Il credito è utilizzabile anche a fronte delle spese di convenzionamento e alle spese sostenute per il collegamento tecnico tra di essi. Ma attenzione: il bonus bancomat spetta per l’acquisto di Pos a patto che questi strumenti si colleghino ai registratori di cassa, e l’importo sarà parametrato in base ai ricavi e compensi del richiedente.

Bonus bancomat: come si calcola e quanto spetta

Bonus bancomat fino a 160 euro: a chi spetta

Il credito d’imposta per l’acquisto, noleggio o utilizzo dei POS è riconosciuto nel limite massimo di 160 euro per soggetto, con queste soglie:

  • 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200 mila euro;
  • 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200 mila euro e fino a 1 milione di euro;
  • 10% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.

Bonus bancomat fino a 320 euro: a chi spetta

Il credito d’imposta sale invece fino a 320 euro per chi si dota di strumenti evoluti di pagamento elettronico, che consentono anche la memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi.

Si tratta di novità legate all’avvio delle semplificazioni IVA per chi adotta strumenti evoluti di incasso. Questi soggetti, a partire dall’1° luglio 2021, sono anche  esonerati dagli obblighi legati allo scontrino elettronico: memorizzazione e trasmissione dei dati saranno effettuati in un’unica operazione, all’atto del pagamento.

L’importo è così strutturato:

  • 100% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200 mila euro;
  • 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200 mila euro e fino a 1 milione di euro;
  • 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.

Bonus bancomat: come ottenerlo

Entrambi i crediti d’imposta non concorrono alla formazione del reddito e potranno essere utilizzati esclusivamente in compensazione dopo il sostenimento della spesa.

Diversamente dal Cashback, dunque, per il bonus bancomat non serve alcuna domanda da inoltrare né nessuna procedura da seguire per farne richiesta.

Gli esercenti potranno semplicemente richiedere il credito di imposta in fase di dichiarazione dei redditi. Loro o i loro commercialisti dovranno solo inviare all’Agenzia delle entrate i documenti relativi alle spese di utilizzo, acquisto o noleggio del POS

Fonte:https://quifinanza.it/soldi/video/bonus-bancomat/519576/

In Italia metà dei giovani è precario

15 Set

In Italia, il 46,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni che lavorano ha un impiego temporaneo. Lo riporta l’Ocse nel suo Employment Outlook, basato su dati di fine 2010.

La percentuale dei giovani precari in Italia, sempre secondo i dati Ocse, è in costante aumento dall’inizio della crisi: 42,3% nel 2007, 43,3% nel 2008 e 44,4% nel 2009. Il balzo avanti è ancora più rilevante rispetto al dato del 1994, quando la percentuale di under 25 italiani con un impiego temporaneo era del 16,7%.

Un giovane su 8 fuori da scuola e lavoro
Un giovane su 8 tra i 15 e 24 anni nell’area Ocse, il 12,6% non vanno a scuola nè lavorano (i cosiddetti ’Neet’). Lo ha affermato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, durante la presentazione dell’Employment outlook. Gurria ha poi sottolineato che la cifra, oltre ad essere elevata, «sta aumentando, stiamo andando nella direzione sbagliata». La questione deve quindi passare «in testa all’agenda politica», perchè «bisogna recuperare questi giovani», dato che «i Neet corrono un rischio superiore di marginalizzazione durevole nel mondo del lavoro e di povertà». «Affrontare l’ampio costo umano della disoccupazione, soprattuto per quello che non riescono a ed entrare con una posizione stabile nel mondo del lavoro, dev’essere una priorità», ha aggiunto, sottolineando in particolare l’importanza di «raggiungere una migliore corrispondenza tra le competenze che i giovani acquisiscono a scuola e quelle necessarie ne mondo del lavoro».

Il salario medio è tra i più bassi in Europa
Il salario medio in Italia nel 2010 è stato di 36.773 dollari (a tasso di cambio corrente), contro una media dell’Ue a 21 di 41.100 dollari e dell’Eurozona a 15 di 44.904 dollari. Lo riferisce l’Ocse nel suo Employment Outlook. Il salario medio italiano è superiore a quelli di Spagna (35.031), Grecia (29.058) e Portogallo (22.003), ma inferiore a Francia (46.365 dollari), Germania (43.352) e Gran Bretagna (47.645). La palma del salario medio più elevato per il 2010 va alla Svizzera, con 80.153 dollari.

fonte: www.lastampa.it

 

Sagre e feste in Italia

9 Dic
Le migliori manifestazioni tradizionali e locali, selezionate in tutte le regioni, da nord a sud. Segnala quelle del tuo paese nei commenti!
 
Gran Fiera del Miele e dei prodotti tipici
Torino (TO), dall’11 al 12 dicembre
Due giornate interamente dedicate al mondo del miele con apicoltori piemontesi e di altre regioni italiane con i mieli caratteristici delle loro zone

Grana, Parmigiano, Riso e Miele in piazza
Mantova (MN), il 12 dicembre
Presenti le aziende dei consorzi produttori miele mantovani per la degustazione della Pera Mantovana IGP, del riso e del Mantovano

Festa del torrone e del croccantino
San Marco dei Cavoti (BN), fino al 19 dicembre
Un appuntamento diventato ormai una tradizione, che stimola i sensi con profumo di mandorle e nocciole tostate, essenze di aromi, zucchero e cacao da gustare in numerose, imperdibili varianti, originali creazioni dei maestri locali del torrone